I nuovi occhiali di Google per realtà aumentata
In occasione dell’ultima “Google I/O” (la conferenza organizzata annualmente da Google a Mountain View, in California, per sviluppatori web) è stato presentato un nuovo prototipo di AR Glasses (occhiali per realtà aumentata).
In particolare, questi occhiali offrono la traduzione automatica delle parole dell’interlocutore, visualizzate direttamente sulle lenti. Tecnicamente, gli occhiali recepiscono le parole di chi sta parlando e forniscono la traduzione immediata direttamente sulle lenti, trasformando le stesse in un “Google Translate” istantaneo.
Si tratta naturalmente di un prototipo, che al momento non supera quelle che sono le criticità del servizio di traduzione vocale offerto da Google. Google Translate è infatti noto per essere un ottimo strumento di supporto nelle traduzioni di informazioni di base e periodi semplici, ma non ancora in grado di superare le barriere linguistiche, fatte di frasi più complesse, parlate molto veloci o condite da inflessioni dialettali, oltre alle consuete “interpretazioni” che un interprete in carne ed ossa deve operare per rendere comprensibile un determinato testo da una lingua all’altra. Inoltre, perché le lenti possano essere realmente utili, hanno bisogno di un ambiente “pulito”, senza luci troppo forti o altri elementi di disturbo. Difficile quindi immaginarne un utilizzo in ambienti pubblici.
È però indubbio che il nuovo strumento, perfezionato e ottimizzato, potrebbe portare enormi benefici agli utilizzatori. Si pensi ad una situazione (quale quella descritta nel video di presentazione di Google) di tipo familiare, in cui gli interlocutori di lingua diversa riescono a comprendersi e a parlare tra di loro; oppure ad un eventuale utilizzo in campo turistico, per ricevere una traduzione immediata di indicazioni semplici. C’è ancora molta strada da fare, ma Google ha tutte le carte in regola per tentare di superare le molte difficoltà, non solo tecnologiche, che uno strumento del genere mette in campo.