Dall’India, droni e algoritmi contro il bracconaggio
Droni, algoritmi e tecnologia possono essere strumenti di straordinaria efficacia per combattere una enorme piaga come quella del bracconaggio. Ne sono convinti i ricercatori dell’Indian Institute of Technology Madras, che, insieme ad un’equipe statunitense, hanno sviluppato un algoritmo di apprendimento automatico per la protezione della fauna selvatica.
L’algoritmo CombSGPO (Combined Security Game Policy Optimization) esegue l’allocazione strategica delle risorse e il pattugliamento nei domini di sicurezza verde per prevenire, oltre al bracconaggio, anche il disboscamento e la pesca illegale.
Vista la scarsità di risorse umane in molti territori, i ricercatori hanno sperimentato un uso combinato e coordinato di guardie forestali e droni di sorveglianza. L’algoritmo da loro sviluppato gestisce l’allocazione delle risorse e la strategia di pattugliamento; utilizza i dati della popolazione animale e presuppone che i bracconieri siano a conoscenza del pattugliamento presente in vari siti. I droni hanno sensori di segnalazione e sono in grado di comunicare tra loro e con i pattugliatori umani.
L’algoritmo lavora su un modello di riferimento basato sulla teoria dei giochi, utilizzata come quadro teorico per generare situazioni sociali tra giocatori in competizione (forestali vs. bracconieri). Grazie a questo modello, unito all’analisi di precedenti eventi di bracconaggio nella stessa zona, l’algoritmo riesce a prevedere le aree in cui può avvenire un’azione dei bracconieri.
L’algoritmo è già stato utilizzato in Africa per fermare il bracconaggio di elefanti e rinoceronti. Uno strumento di straordinaria importanza visto che, secondo le stime del WWF, il commercio di animali selvatici rappresenta la seconda maggiore minaccia diretta alla sopravvivenza delle specie, dopo la distruzione dell’habitat. Il team di ricercatori sta inoltre estendendo l’applicazione dell’algoritmo anche ad altri ambiti, come l’agricoltura e la sicurezza in generale.